Video indoor climbing - Tecnica di arrampicata: La Lolotte

Inizialmente nelle palestre di arrampicata indoor e poi successivamente sulle pareti di roccia, il movimento della ‘lolotte’ si è perfezionato permettendo la risoluzione di passaggi sempre più complessi.

La ‘lolotte’ è considerata una posizione fondamentale dell’arrampicata moderna, anche se osservando più da vicino lo spaccato del movimento, potrebbe avere qualche analogia con le più tradizionali tecniche di arrampicata utilizzate da sempre nell’alpinismo per superare passaggi in camini e fessure nella roccia.

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La ‘lolotte’ è una posizione fondamentale dell’arrampicata con postura del bacino laterale rispetto alla parete. Si differenzia dal ‘laterale’ per le maggiori possibilità di azione date sia dal posizionamento dei piedi rispetto alla presa di tenuta, che dalla direzionalità della spinta dei piedi, che agisce:

  • in verticale rispetto al piede in appoggio dallo stesso lato della presa di tenuta,
  • e in orizzontale grazie a un movimento di rotazione della caviglia e di torsione del ginocchio della gamba opposta al braccio della presa di tenuta.


La disposizione geometrica degli appoggi per i piedi rispetto alla presa di tenuta sarà determinante per la scelta della ‘lolotte’ rispetto alla posizione in ‘laterale’ o ad altre posizioni ‘fondamentali’ con il bacino frontale alla parete.
La ‘lolotte’ può essere efficacemente utilizzata su tutte le inclinazioni delle pareti: dallo strapiombo alle pareti verticali e alle placche inclinate.

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Nella ‘lolotte’ la posizione dei piedi rispetto alla presa di tenuta formerà un triangolo di forze che potrà essere più facilmente traslato sia in orizzontale che in verticale se confrontato con altre posizioni fondamentali, ovviamente entro i limiti che possono determinare un equilibrio efficace tra le forze in gioco.

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Anche la posizione di partenza per eseguire la ‘lolotte’ potrebbe essere sia con postura frontale che laterale. La tipologia della parete, la disposizione tra appigli e appoggi nello spazio, e la dimensione e forma degli stessi saranno determinanti per la scelta di partenza della posizione iniziale.

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Analisi tecnica del movimento

Immaginiamo di eseguire un passaggio di arrampicata utilizzando la ‘lolotte’.

Partendo da una posizione frontale sia con le mani accoppiate che su due  prese separate, se la conformazione della parete lo permette, cercheremo di mantenere il bacino basso e il braccio che sopporta lo sforzo maggiore disteso.

Posizioniamo prima il piede sinistro rivolto verso sinistra in modo che spinga più in verticale. Successivamente posizioniamo il piede destro su un appoggio che deve avere una forma tale da permettere di eseguire una spinta in orizzontale.

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Cerchiamo inizialmente di tenere basso il bacino e con il piede destro in massima spinta sull’appoggio iniziamo una rotazione a partire dalla caviglia, che coinvolge il ginocchio e il bacino. L’azione di rotazione di tutta la gamba destra determina un abbassamento, una torsione del ginocchio e un avvitamento con anteroversione del bacino che permette di avvicinarsi alla parete sfruttando in modo efficace le forze contrapposte di spinta generate dai piedi.

La mano sinistra terrà la presa di tenuta, permettendo di spingere sui piedi e di andare a prendere con la mano destra un’altra presa. Durante il movimento, il braccio esterno - il sinistro - che si trova sulla presa di tenuta, può essere piegato o disteso, in base sia alla posizione e distanza dei piedi, che alla direzione dello spostamento.

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Uno dei punti chiave per ottenere una posizione efficace è il caricamento del piede interno, che genera una spinta in orizzontale.

Gli errori più comuni sono:

  • iniziare il movimento quando il bacino non è ancora vicino alla parete
  • non eseguire una torsione efficace del ginocchio e del bacino
  • non attuare il movimento di anteroversione del bacino 
  • non dare una spinta orizzontale sufficiente con il piede della gamba in torsione.

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La ‘lolotte’ si compone di movimenti efficacissimi: il triangolo di forze che si generano determina una posizione di grande stabilità, dando alla fine una sensazione sicura di blocco della postura. Come sempre saranno le capacità motorie individuali a permettere di comprendere il contesto ideale per una sua applicazione tecnica corretta.

Roberto Presterà