Nell’arco degli ultimi trent’anni l’arrampicata libera si è evoluta e arricchita tecnicamente.

Gli arrampicatori hanno iniziato sistematicamente a studiare i movimenti dell’arrampicata, analizzandoli e applicandoli con efficacia sfruttando e attrezzando le pareti delle falesie più facilmente accessibili, e rendendole più sicure rispetto alle grandi pareti alpine.

L’arrampicata sui massi, il boulder, non richiedendo l’assicurazione tramite le manovre di corda ha permesso di migliorare ulteriormente il gesto tecnico e aumentare le difficoltà dei passaggi in arrampicata sfruttando la ripetitività dei movimenti da provare.

Infine il proliferare di corsi e di palestre di arrampicata indoor ha avvicinato sempre di più al mondo dell’arrampicata una schiera di appassionati.

È proprio l'indoor climbing che ha permesso di poter approfondire maggiormente le tecniche dei movimenti dell'arrampicata, sperimentandole e provandole fino a perfezionarle.

Sui muri di arrampicata nelle palestre indoor si è potuto osservare meglio il comportamento posturale degli arrampicatori  sia principianti, sia evoluti e campioni,iniziando a studiare in modo più analitico tutte le fasi che compongono i movimenti in arrampicata.

tecnica-arrampicata

In particolare l’osservazione dell’arrampicata praticata dai bambini può portare a rivedere alcune convinzioni del passato in base alle quali i movimenti in arrampicata venivano catalogati in naturali e meno naturali o evoluti.

L’arrampicata è uno schema motorio di base che i neonati mettono già in pratica ancora prima di compiere il primo anno di età.

I bambini che durante la crescita praticano l’arrampicata per gioco, sviluppano ottime capacità psicomotorie; non essendo vincolati da schemi motori rigidi sono in grado di muoversi arrampicando con estrema naturalezza ed espressività.

Nel loro gioco di arrampicata mettono in pratica, senza rendersene conto, tutti quei movimenti che, almeno in parte, sono catalogati come fondamentali dell’arrampicata.
Si può quindi sostenere che i movimenti dell’arrampicata sono assolutamente naturali; il fatto che alcuni vengano catalogati come evoluti è almeno in parte legato alla difficoltà di apprendimento di soggetti che durante l’infanzia e lo sviluppo  non hanno praticato assiduamente attività motorie sportive né evidentemente  i giochi di arrampicata.

tecnica-arrampicata1Uno dei principali obiettivi dell’arrampicata libera è quello di sfruttare al massimo l’energia fisica ottimizzando gli sforzi in una catena cinetica ideale in base ai principi fondamentali della biomeccanica.
I segmenti del corpo sono uniti in una cosiddetta catena cinetica, in cui ogni anello non può essere separato dagli altri; dalla corretta funzionalità dell’insieme dei componenti della catena dipende la corretta esecuzione del movimento da un punto di vista biomeccanico.

Arrampicare bene risparmiando le energie, significa adottare i movimenti giusti subordinati ad uno dei fattori più importanti delle leggi della fisica: l’equilibrio tra le forze applicate - il baricentro.
Questa è una delle condizioni principali da assimilare per la corretta esecuzione tecnica delle posizioni e dei movimenti in arrampicata.

I due atteggiamenti posturali fondamentali da cui derivano la maggiore parte delle posizioni e della progressione in arrampicata sono:

  1. i movimenti con il bacino frontale alla parete: ad esempio la 'spaccata', la 'sfalsata', il 'compasso',  la 'rana', alcuni bilanciamenti e incroci.
  2. e quelli con la rotazione del bacino in laterale rispetto alla parete: ad esempio Il 'laterale', la 'lolotte', il bilanciamento interno, il bilanciamento esterno e gli incroci.

Queste  posizioni si definiscono fondamentali proprio perché sono i movimenti più utilizzati in arrampicata.

Ad esse bisogna aggiungere alcuni movimenti che integrano altre posizioni; fra questi:il 'tallonaggio', i 'lanci', il 'punto morto', la 'sostituzione', il 'triangolo', le 'posizioni di riposo'.

La schematizzazione razionale dei movimenti dell’arrampicata permette un più veloce apprendimento delle tecniche, anche se non deve essere una limitazione all’espressione del gesto dell’arrampicata e alle sue molteplici e creative possibilità.

Roberto Presterà